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Nell'ala destra del Museo si incontra la seconda imbarcazione: la nave di Gokstad.
L'aspetto non differisce granchè da quello della nave di Oseberg, nè la sua struttura. è solo un po' più grande, anche se a vederla inspira molto meno maestosità. Una sensazione del tutto ingiustificata, che spinge molti visitatori a passarla rapidamente in rassegna, con scarsa attenzione e forse anche un po' di altezzosità. La nave è infatti completamente disadorna, a eccezione soltanto di una testa d'animale scolpita sulla barra del timone (pressocché invisibile a chi la guarda dal basso), a poppa, e il suo aspetto panciuto e decisamente massiccio, pesante, la rendono la sorellastra grigia di Oseberg.
Nell'ala destra del Museo si incontra la seconda imbarcazione: la nave di Gokstad.
L'aspetto non differisce granchè da quello della nave di Oseberg, nè la sua struttura. è solo un po' più grande, anche se a vederla inspira molto meno maestosità. Una sensazione del tutto ingiustificata, che spinge molti visitatori a passarla rapidamente in rassegna, con scarsa attenzione e forse anche un po' di altezzosità. La nave è infatti completamente disadorna, a eccezione soltanto di una testa d'animale scolpita sulla barra del timone (pressocché invisibile a chi la guarda dal basso), a poppa, e il suo aspetto panciuto e decisamente massiccio, pesante, la rendono la sorellastra grigia di Oseberg.
Quando l'aspetto inganna
Più che sorellastra, dovremmo dire "nipote".
Costruita attorno al 850, quindi almeno cinquant'anni dopo che il cantiere
aveva sfornato la nave di Oseberg e quasi vent'anni dopo la stessa tumulazione,
la nave di Gokstad è la prima vera imbarcazione vichinga.
Intanto, qualche numero. Lunga 23,24 m., larga
5,20 m. e con un'altezza dalla chiglia al parapetto di 2,02 m., il peso dello
scafo è stimato attorno alle 20 ton., aveva postazioni per 16 rematori, e si è
calcolato che per costruire la chiglia da un pezzo unico i carpentieri
dovettero lavorare una quercia intera di 25 m.! Tutto ciò, naturalmente, con la
sola forza delle braccia. Tanto di cappello.
Una bellissima ricostruzione moderna di una
delle tre barche più piccole trovate insieme alla nave di Gokstad è stata
fatta dal Vikingskibs Museet di Roskilde in questo articolo.
Dal punto di vista strutturale, era più solida
della nave di Oseberg e adatta a tenere il mare, e anche questa era un karfi,
una piccola nave da cabotaggio su cui viagggiavano potenti signori.
Per la sua struttura essenzialmente più robusta
e la sua datazione, siamo di fronte a un bastimento che sta a metà tra le
imbarcazioni d'epoca pre-vichinga (la nave di Oseberg) e quelle d'età
pienamente vichinga. Un anello di congiunzione che aveva già sviluppato
sufficiente potenza di navigazione e solidità ma che doveva ancora rivelare
tutte le sue potenzialità.
L'uomo di Gokstad era connesso alle donne di Oseberg?
Come sempre, ci si muove nel campo delle
ipotesi.
L'uomo sepolto nella camera funeraria, morto
attorno ai 40 anni (o poco più avanti), era alto tra 1,78 m. e 1,84 m.,
un'altezza considerevole per la sua epoca (la media per gli uomini si aggirava
sul 1,65 m.) e che mostra come fosse un uomo in salute, abituato certo allo
sforzo fisico e con una dieta molto ricca di proteine. Insomma, rispecchiava
alla perfezione l'aspetto comune e gigantesco che attribuiamo ai Vichinghi. Si
trattava quindi di un uomo non soltanto potente, ma anche ricco dal punto di
vista fondiario. Soltanto le élites potevano permettersi sepolture del
genere che abbiamo visto. Sull'estrazione sociale non ci sono perciò dubbi.
Mancano le armi con gli uomini venivano abitualmente sepolti, anche qui a causa
di un saccheggio perpetrato nei secoli passati, ma si può facilmente immaginare
quali armi possedesse.
©️ Christer Tonning |
La fattoria di Gokstad, dove si trova il
tumulo, si trova nella stessa zona di Oseberg, nel fiordo di Oslo. Come abbiamo
visto nell'articolo precedente questa regione era
particolarmente ambita e fu teatro di importanti scontri tra i sovrani
dell'Oppland, da dove proveniva Guðröðr il Cacciatore, e i capi del sud.
L'interramento della nave sotto il tumulo si stima si avvenuto intoro al 900.
Questa datazione escludere quindi le ipotesi dei primi scavatori che
identificavano l'uomo di Gokstad come l'Olaf figlio re di Guðröðr e della prima
moglie Álfhildr, che nel 900 avrebbe dovuto avere almeno 90 anni.
Se qualche connessione esiste tra i due tumuli,
può essere di varia natura, non necessariamente familiare. Attorno al 900 nelle
regioni norvegesi stavano avvenendo grandi rivolgimenti e le vecchie famiglie
aristocratiche che non si allineavano a questi cambiamenti potevano essere
estromesse, e quindi sostituite con altre, o in maniera non meno dolorosa
scegliere l'esilio. A questo punto, l'uomo di Gokstad potrebbe essere uno dei
molti personaggi citati nelle saghe connessi a re Harald I Bellachioma che in
quella stessa epoca aveva imposto il proprio potere sulla Norvegia occidentale
e meridionale, ma è difficile valutare se fosse uno dei suoi molti alleati o
piuttosto un avversario. è affascinante credere, solo ipoteticamente, che
questo guerriero di 40 anni sia stato tra i nemici di Harald e che sia morto
combattendo faccia a faccia contro di lui, ma non è dimostrabile. Come per le
donne di Oseberg, le sue ossa
La nave di Tune
Scavata e tirata fuori dal suo tumulo nel 1867
dall'archeologo Oluf Rygh, la nave di Tune è la prima a essere mai stata
rinvenuta. Anche se incompleta e nell'aspetto poco accattivamente, la sua
scoperta fu di importanza fondamentale. Prima di allora non si aveva l'idea
precisa di come apparissero le navi elogiate ma poco descritte nelle Saghe.
Cronologicamente è contemporanea alla nave di
Gokstad, databile alla metà del IX secolo, ma purtroppo le conoscenze su di
essa languono. Non si è mai provato a restaurarla nè a ricostruire la
parti mancanti, e anche le informazioni sono molto limitate. Dal punto di vista
strutturale doveva essere molto simile alla Gokstad, ma il bordo era
leggermente più basso, cosa che le conferiva un'aspetto molto piatto.
Paradossalmente era assai larga, in modo che tenesse meglio le correnti.
Reperto e ricostruzione ipotetica in un francobollo norvegese |
La sua funzione non è chiara. Non sembra probabile
pensare a una nave merci o da guerra, ma è plausibile che, come la nave di
Oseberg, fosse più di rappresentanza. D'altra parte, se non avesse posseduto un
significato prezioso per il suo proprietario, non sarebbe stata scelta come
sepoltura.
Bibliografia e link
- Le navi vichinghe di Oslo, di Thorleif Sjøvold (Universitets Oldsaksamling, Oslo, 1983) (in vendita su Amazon.it)
- Snorri Sturluson. Heimskringla: le saghe dei re di Norvegia, a cura di Francesco Sangriso, (Edizioni dell'Orso, Alessandria, 2013)
- Snorri Sturluson. Heimskringla. Volume I, translated by Anthony Faulkes and Alison Finlay, (VSNR, University College London, 2016) (consultabile in pdf online)
- Tuneskipet - Vikingskip og norske trebåter
- Brevi informazioni scientifiche sulle sepolture di Oserbeg e Gokstad
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