domenica 14 ottobre 2018

Le navi di Gokstad e Tune (Museo delle Navi Vichinghe di Oslo - Parte II)









Continua dal link precedente 

Nell'ala destra del Museo si incontra la seconda imbarcazione: la nave di Gokstad.
L'aspetto non differisce granchè da quello della nave di Oseberg, nè la sua struttura. è solo un po' più grande, anche se a vederla inspira molto meno maestosità. Una sensazione del tutto ingiustificata, che spinge molti visitatori  a passarla rapidamente in rassegna, con scarsa attenzione e forse anche un po' di altezzosità. La nave è infatti completamente disadorna, a eccezione soltanto di una testa d'animale scolpita sulla barra del timone (pressocché invisibile a chi la guarda dal basso), a poppa, e il suo aspetto panciuto e decisamente massiccio, pesante, la rendono la sorellastra grigia di Oseberg. 



Quando l'aspetto inganna 


Più che sorellastra, dovremmo dire "nipote". Costruita attorno al 850, quindi almeno cinquant'anni dopo che il cantiere aveva sfornato la nave di Oseberg e quasi vent'anni dopo la stessa tumulazione, la nave di Gokstad è la prima vera imbarcazione vichinga.


Uno dei 62 scudi ritrovati nella "Gokstad"



  Intanto, qualche numero. Lunga 23,24 m., larga 5,20 m. e con un'altezza dalla chiglia al parapetto di 2,02 m., il peso dello scafo è stimato attorno alle 20 ton., aveva postazioni per 16 rematori, e si è calcolato che per costruire la chiglia da un pezzo unico i carpentieri dovettero lavorare una quercia intera di 25 m.! Tutto ciò, naturalmente, con la sola forza delle braccia. Tanto di cappello. 

  Una bellissima ricostruzione moderna di una delle tre barche più piccole  trovate insieme alla nave di Gokstad è stata fatta dal Vikingskibs Museet di Roskilde in questo articolo.

  Dal punto di vista strutturale, era più solida della nave di Oseberg e adatta a tenere il mare, e anche questa era un karfi, una piccola nave da cabotaggio su cui viagggiavano potenti signori. 

 Per la sua struttura essenzialmente più robusta e la sua datazione, siamo di fronte a un bastimento che sta a metà tra le imbarcazioni d'epoca pre-vichinga (la nave di Oseberg) e quelle d'età pienamente vichinga. Un anello di congiunzione che aveva già sviluppato sufficiente potenza di navigazione e solidità ma che doveva ancora rivelare tutte le sue potenzialità. 



L'uomo di Gokstad era connesso alle donne di Oseberg?


 

  Come sempre, ci si muove nel campo delle ipotesi. 

  L'uomo sepolto nella camera funeraria, morto attorno ai 40 anni (o poco più avanti), era alto tra 1,78 m. e 1,84 m., un'altezza considerevole per la sua epoca (la media per gli uomini si aggirava sul 1,65 m.) e che mostra come fosse un uomo in salute, abituato certo allo sforzo fisico e con una dieta molto ricca di proteine. Insomma, rispecchiava alla perfezione l'aspetto comune e gigantesco che attribuiamo ai Vichinghi. Si trattava quindi di un uomo non soltanto potente, ma anche ricco dal punto di vista fondiario. Soltanto le élites potevano permettersi sepolture del genere che abbiamo visto. Sull'estrazione sociale non ci sono perciò dubbi. Mancano le armi con gli uomini venivano abitualmente sepolti, anche qui a causa di un saccheggio perpetrato nei secoli passati, ma si può facilmente immaginare quali armi possedesse. 

©️ Christer Tonning


  La fattoria di Gokstad, dove si trova il tumulo, si trova nella stessa zona di Oseberg, nel fiordo di Oslo. Come abbiamo visto nell'articolo precedente questa regione era particolarmente ambita e fu teatro di importanti scontri tra i sovrani dell'Oppland, da dove proveniva Guðröðr il Cacciatore, e i capi del sud. L'interramento della nave sotto il tumulo si stima si avvenuto intoro al 900. Questa datazione escludere quindi le ipotesi dei primi scavatori che identificavano l'uomo di Gokstad come l'Olaf figlio re di Guðröðr e della prima moglie Álfhildr, che nel 900 avrebbe dovuto avere almeno 90 anni. 

  Se qualche connessione esiste tra i due tumuli, può essere di varia natura, non necessariamente familiare. Attorno al 900 nelle regioni norvegesi stavano avvenendo grandi rivolgimenti e le vecchie famiglie aristocratiche che non si allineavano a questi cambiamenti potevano essere estromesse, e quindi sostituite con altre, o in maniera non meno dolorosa scegliere l'esilio. A questo punto, l'uomo di Gokstad potrebbe essere uno dei molti personaggi citati nelle saghe connessi a re Harald I Bellachioma che in quella stessa epoca aveva imposto il proprio potere sulla Norvegia occidentale e meridionale, ma è difficile valutare se fosse uno dei suoi molti alleati o piuttosto un avversario. è affascinante credere, solo ipoteticamente, che questo guerriero di 40 anni sia stato tra i nemici di Harald e che sia morto combattendo faccia a faccia contro di lui, ma non è dimostrabile. Come per le donne di Oseberg, le sue ossa



La nave di Tune








Scavata e tirata fuori dal suo tumulo nel 1867 dall'archeologo Oluf Rygh, la nave di Tune è la prima a essere mai stata rinvenuta. Anche se incompleta e nell'aspetto poco accattivamente, la sua scoperta fu di importanza fondamentale. Prima di allora non si aveva l'idea precisa di come apparissero le navi elogiate ma poco descritte nelle Saghe.

  Cronologicamente è contemporanea alla nave di Gokstad, databile alla metà del IX secolo, ma purtroppo le conoscenze su di essa languono. Non si è mai provato a restaurarla nè a ricostruire la parti mancanti, e anche le informazioni sono molto limitate. Dal punto di vista strutturale doveva essere molto simile alla Gokstad, ma il bordo era leggermente più basso, cosa che le conferiva un'aspetto molto piatto. Paradossalmente era assai larga, in modo che tenesse meglio le correnti.



Reperto e ricostruzione ipotetica in un francobollo norvegese


  

La sua funzione non è chiara. Non sembra probabile pensare a una nave merci o da guerra, ma è plausibile che, come la nave di Oseberg, fosse più di rappresentanza. D'altra parte, se non avesse posseduto un significato prezioso per il suo proprietario, non sarebbe stata scelta come sepoltura. 

 

 

Bibliografia e link 


  


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