sabato 13 aprile 2019

Finn il Gigante


Nella cattedrale di Lund, in Svezia, un gigante di pietra abbraccia e sorregge una colonna dell'antica cripta romanica. La statua, conosciuta in Svezia come Jätten Finn "Il Gigante Finn", è stata identificata nel tempo con due diversi personaggi: il biblico Sansone e un gigante o un troll appunto di nome Finn.
Nel 1103 Lund divenne la sede arcivescovile di tutto il Nord (Norvegia, Svezia, Islanda), e necessitava di una cattedrale degna della nuova posizione. Il primo Arcivescovo della diocesi, Asker, la commissionò a un gruppo di muratori tedeschi e italiani guidati da un architetto di nome Donatus e nel 1123 venne consacrata la cripta, dove risiede il gigante di pietra. Nel 1145 l'intera chiesa era completata e il nuovo Arcivescovo la consacrò. Nel 1234 fu colpita da un devastante incendio, che tuttavia risparmiò la cripta.

Quale Finn?


Chi ha dimestichezza con il Beowulf, ricorderà il re dei Frisoni Finn, ucciso dal danese Hengest, e lo stesso è nominato anche nel poemetto Widsith ("Vagabondo") come Finn Folcwalding [weold] Fresna cynne,"Finn figlio di Folcwald governa il popolo Frisone". 
L'accostamento tra il Gigante Finn di Lund e il Finn di Beowulf è inesistente, tranne però nel caso in cui si voglia prendere in considerazione la teoria che accosterebbe i misteriosi Eotena che intervengono nella Battaglia di Finnsburh tra Danesi e Frisoni. La teoria più accreditata è che gli Eotena altri non sarebbero che gli Juti, la popolazione che abitava lo Jutland (la Danimarca settentrionale), vicini tanto dei Frisoni quanto dei Danesi. Tuttavia, l'assonanza tra l'anglo-sassone Eotena ed eoten "Gigante" è stato più volte notata e messa in relazione. Manca però l'appiglio per identificare lo stesso Finn come un Gigante e perciò identificarlo con il gigante di pietra di Lund, anche perchè la tradizione norrena sembra non conoscere questo personaggio o comunque non ne ha tramandato memoria

Ma Finn ha anche un'altra origine. Nelle saghe norrene le popolazioni Lapponi o Sami vengono chiamate Finnar o Finni (vedi Finlandia, Finmark, ecc.). Nella tradizione scandinava, i Finni non sono soltanto una popolazione altra, culturalmente, linguisticamente o etnologicamente diversa, o comunque percepita come tale: i Finni sono gli stregoni per eccellenza, tanto che il campo semantico della magia era accostato praticamente sempre ai Finnar
Ad esempio, nella Ágrip af Noregskonungasögum, si riferisce di un certo lappone di nome Svási:
[C'era] una certa donna lappone di nome Snjöfridr, figlia di Svási, re dei Lapponi [...]. Era chiamato mago (seiðmaðr), cioè uno che fa sortilegi, e viveva in Hadaland: qui praticava stregoneria ed era soprannominato Skratti (mago).
In letteratura, i poteri di questi maghi lapponi riguardavano ad esempio la manipolazione meteorologica, ma erano anche in grado di mutare forma, tutte capacità date appunto dal seiðr. Questa capacità di assumere altre forme era spesso associata ai Troll, ed è possibile che sia avvenuta una trasposizione tra i maghi Finni e i Troll basata su questa caratteristica, così come era avvenuta tra gli stessi termini "mago" e "Finnr" quando quest'ultimo passò a indicare generalmente qualunque persona capace di usare la magia. 

La leggenda di Lund



La prima storia dello Jätten Finn fu scritta nel 1654 da Jens Lauritzen Wolf, trascrivendo  una storia tramandata oralmente di generazione in generazione.

 Molto tempo fa, all'inizio del XII secolo, un monaco di nome san Lorenzo o san Lars viveva a Lund. San Lars era solito predicare ai sapienti in un grande spazio all'aperto chiamato Helgonabacken, poco fuori città. Sotto la collina viveva un gigante insieme a sua moglie e i suoi figli, e il gigante si disturbava ogni volta che Lars attirava tutta quella gente per i suoi sermoni.

Il gigante uscì dalla collina e chiese al monaco: "Perchè sei qui sulla mia collina a disturbare la mia famiglia?" 
Il monaco rispose che a Lund non c'era una chiesa in cui fare i suoi servizi. Il gigante si sentì dispiaciuto per il monaco e quella gente e promise di costruire una chiesa tutta per loro.

Il gigante chiese: "Perché sei qui sulla mia collina a disturbare la mia famiglia?" Il monaco rispose che a Lund non c'era una chiesa dove potevano mantenere i loro servizi. Come ricompensa, a chiesa completata, San Lars avrebbe dovuto dare il sole e la luna ai figli del gigante. "Ma nessuno può togliere la luna e il sole dal cielo," disse il monaco. Allora il gigante disse: "Allora voglio i tuoi occhi."


Lars voleva così tanto la chiesa che promise i suoi occhi, ma il gigante disse: "Se indovini il mio nome, puoi tenerti gli occhi".

Il gigante raccolse dei grandi massi da Romeleklint e Höör e le trascinò fino a Lund. Lentamente ma
inesorabilmente la cattedrale di Lund cominciò a prendere forma. Nel frattempo il monaco Lars si domandava: "Come può chiamarsi un simile gigante? Ti chiami Gunnar?," gridò al gigante che sedeva sul tetto e fissava le piaste di piombo. "Sture? Filip? O Magnus?" Ma nessun nome era giusto.
Presto la chiesa fu pronta, eppure Lars non aveva scoperto ancora il nome giusto. Andò in giro, osservando  a lungo la foresta, i fiori, il cielo e tutto ciò che era bello nella natura, perché ora sapeva che avrebbe perso i suoi occhi.

Quando arrivò sulla Collina dei Santi, sentì una madre che cantava le storie della buonanotte per i suoi figli. Il monaco trovò che cantasse così bene che si fermò ad ascoltare.

"Dormi piccolo Sölve, dormi figlio mio,
tuo padre Finn
lavora e costruisce mura.
Dormi piccola Gerda, mia adorabile figlia,
fino a che non arriva con il regalo
tuo padre Finn."


"Aha, il gigante si chiama Finn!" Felice, il monaco corse giù per la collina fino alla chiesa dove Finn sedeva sulla torre e inseriva l'ultima pietra: "Finn! Finn! Inserisci l'ultima pietra", gridò Lars.
Il gigante si arrabbiò così tanto che gettò via l'ultima pietra e precipitò nella cripta. Lì afferrò uno dei pilastri e cercò di distruggere la chiesa che aveva appena finito. Ma tutte le forze finirono improvvisamente e lui si trasformò in pietra. Forse si è anche ristretto.

Se vai giù nella cripta, il gigante Finn è ancora lì e abbraccia il suo pilastro di pietra.

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